Oggi vogliamo condividere una delle attività laboratoriali che i nonni svolgono ormai da tempo e inaugurare così la sezione Viaggi del Diario dei Nonni.
Il progetto Ciao! di Fondazione Amplifon, grazie ai viaggi organizzati da Miravilius, consente ai nostri ospiti di raggiungere mete italiane ed europee attraverso viaggi digitali, con guide altamente preparate.
Pochi nonni hanno avuto possibilità di spostarsi e viaggiare durante la loro esperienza di vita: c’è chi lo ha fatto per lavoro e chi per diletto. Molti hanno trascorso la loro esistenza nei campi, dediti al lavoro e alla famiglia. Tuttavia sono molto curiosi e interessati, hanno voglia di scoprire posti nuovi, città storiche, chiese ricche di arte.
Grazie a questo progetto possono quindi partecipare e condividere queste esperienze con tanti altri ospiti di strutture diverse.
Il viaggio digitale è un momento di svago e di interesse culturale: ci si confronta su mete sconosciute, tipicità, vissuti personali.
Una delle mete più ambite risulta essere sempre Parigi: abbiamo passeggiato virtualmente sugli Champs-Èlysees ammirando l’Arco di Trionfo, abbiamo raggiunto la Place de L’Opera, attraverso boutique, gioiellerie e lussuosi alberghi. Gli ospiti sono in attesa di visitare la Torre Eiffel e la cattedrale di Notre-Dame ancora in ristrutturazione.
Il viaggio virtuale funge anche da stimolo per farci raccontare esperienze ed avventure di chi ha potuto raggiungere Parigi, almeno una volta nella vita.
Il nostro Celsino ha viaggiato tanto e ha sempre piacere di raccontare gli aspetti più singolari e meno turistici dei posti che ha visitato.
“ Il miglior quartiere di Parigi è quello latino: è il quartiere degli artisti, non quelli bravi, quelli che si devono ancora formare.
È un quartiere grande e bisogna andarci… ricordo che prenotai al ChezMaxime, un locale simile al Moulin Rouge, dove ci sono le più belle ballerine del mondo.
Perché mi piace il quartiere latino? Perché è particolare, è pieno di persone diverse, gente strana, tipi stravaganti.
A quel tempo conoscevo il proprietario (un armatore ebreo) di un quadro di Picasso che mi aveva incaricato di venderlo ( “Le garçon avec la pipe”). Mi telefonavano da tutto il mondo ed ero da tutti invidiato perché ero l’unico che conoscevo il nome del proprietario.
Io sono per i posti dove ci sono le differenze, mi piacciono le cose particolari…. il bello della vita è quello!”