In Italia, più di un milione di persone soffrono di demenza. In tutto il mondo, più di 44 milioni di persone soffrono di demenza, circostanza che rende la malattia una crisi sanitaria globale che deve essere affrontata.
Una diagnosi del morbo di Alzheimer cambia la vita delle persone colpite da questa malattia e anche delle loro famiglie e amici. Informazioni e supporto sono a disposizione di chiunque ne abbia bisogno. Nessuno deve affrontare da solo il morbo di Alzheimer o un altro tipo di demenza.
La perdita di memoria e altri sintomi del morbo di Alzheimer.
I problemi di memoria, in particolare la difficoltà a ricordare informazioni apprese recentemente, rappresentano spesso il primo sintomo del morbo di Alzheimer.
Quando invecchiamo, i nostri cervelli cambiano, e possiamo avere problemi occasionali nel ricordare alcuni dettagli. Tuttavia, il morbo di Alzheimer e le altre demenze causano perdita di memoria e altri sintomi abbastanza gravi da interferire con la vita di tutti i giorni. Questi sintomi non rappresentano una parte naturale del processo di invecchiamento.
Non tutta la perdita di memoria è causata dal morbo di Alzheimer. Se Lei o qualcuno che conosce sta vivendo l’esperienza di problemi di memoria o altri sintomi di demenza, è necessario consultare un medico. Alcune cause dei sintomi, come gli effetti collaterali dei farmaci e carenze vitaminiche, sono reversibili.
Oltre alla perdita di memoria, i sintomi del morbo di Alzheimer includono:
- Problemi a completare le attività che una volta erano facili.
- Difficoltà a risolvere i problemi.
- Cambiamenti di umore o della personalità, l‘allontanarsi da amici e familiari.
- Problemi di comunicazione, sia scritta sia verbale.
- Confusione circa luoghi, persone ed eventi.
- Cambiamenti visivi, quali, ad esempio, la difficoltà a comprendere immagini.
I familiari e gli amici possono notare i sintomi del morbo di Alzheimer e di altre demenze progressive prima che la persona si accorga di questi cambiamenti. Se Lei o qualcuno che conosce sta soffrendo di possibili sintomi di demenza, è importante chiedere una valutazione medica per trovarne la causa.
Fattori di rischio per il morbo di Alzheimer
Sebbene non comprendiamo ancora tutte le ragioni per le quali alcune persone sviluppano il morbo di Alzheimer, mentre altre non ne vengono colpite, la ricerca ci ha dato una migliore comprensione di quali fattori pongano qualcuno in una fascia di rischio più elevata.
- L’età. L’età avanzata rappresenta il massimo fattore di rischio per sviluppare il morbo di Alzheimer. La maggior parte delle persone cui è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer ha 65 anni o più.
Anche se molto meno comune, un’insorgenza del morbo di Alzheimer in un’età più giovane (nota anche come morbo di Alzheimer a insorgenza precoce) colpisce persone di età inferiore ai 65 anni. Si stima che fino al 5 per cento delle persone sono affette da Alzheimer a insorgenza giovane. L‘insorgenza giovane del morbo di Alzheimer è spesso mal diagnosticata. - Membri della famiglia con il morbo di Alzheimer. Se il genitore o un fratello sviluppa il morbo di Alzheimer, si hanno maggiori probabilità di sviluppare la malattia rispetto a chi non ha un parente di primo grado con il morbo di Alzheimer. Gli scienziati non riescono completamente a capire che cosa causi la trasmissione del morbo di Alzheimer nelle famiglie, ma la genetica, i fattori ambientali e gli stili di vita possono tutti giocare un ruolo.
- Genetica. I ricercatori hanno identificato diverse varianti geniche che aumentano la probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer. Il gene APOE-e4 è il gene a rischio più comune associato con l’Alzheimer; si stima un ruolo in ben un quarto dei casi di Alzheimer.
I geni deterministici sono diversi da quelli di rischio, in quanto garantiscono che qualcuno svilupperà una malattia.
L’unica causa nota del morbo di Alzheimer è dovuta all’ereditare un gene deterministico. L’Alzheimer dovuto a un gene deterministico è raro, e probabilmente si verifica in meno dell’1 per cento dei casi di Alzheimer. Quando un gene deterministico provoca l’Alzheimer, viene chiamato “malattia autosomica dominante di Alzheimer “(ADAD, Autosomal Dominant Alzheimer’s Disease ). - Mild Cognitive Impairment (MCI, Deficit cognitivo lieve). I sintomi dell’MCI includono i cambiamenti nella capacità di pensare, ma questi sintomi non interferiscono con la vita quotidiana e non sono così gravi come quelle causati dal morbo di Alzheimer o da altre demenze progressive. In caso di presenza di MCI, particolarmente di MCI che comporta problemi di memoria, aumenta il rischio di sviluppare l’Alzheimer ed altre demenze. Tuttavia, l’MCI non sempre progredisce. In alcuni casi, esso si inverte o rimane stabile.
- Malattie cardiovascolari. La ricerca suggerisce che la salute del cervello è strettamente correlata alla salute del cuore e dei vasi sanguigni. Il cervello riceve l’ossigeno e le sostanze nutritive necessarie per funzionare normalmente dal sangue, e il cuore è responsabile per il pompaggio del sangue al cervello. Pertanto, i fattori che causano le malattie cardiovascolari possono anche essere collegati a un rischio maggiore di sviluppare il morbo di Alzheimer e altre forme di demenza, tra cui il fumo, l’obesità, il diabete e colesterolo alto e l’ipertensione nella mezza età.
- Educazione e morbo di Alzheimer. Gli studi hanno collegato un minor numero di anni di istruzione formale, con un aumento del rischio di insorgenza del morbo di Alzheimer e delle altre demenze. Non è chiaro il motivo di questa associazione, ma alcuni scienziati ritengono che più anni di istruzione formale possano contribuire ad aumentare le connessioni tra i neuroni, permettendo al cervello di utilizzare percorsi alternativi di comunicazione neurone-neurone, quando si verificano cambiamenti legati al morbo di Alzheimer e alle altre demenze.
- Lesione traumatica del cervello. Il rischio di morbo di Alzheimer e di altre demenze aumenta dopo una lesione cerebrale traumatica moderata o grave, come un colpo alla testa o una lesione del cranio che causi amnesia o perdita di coscienza per più di 30 minuti. Il cinquanta per cento delle lesioni cerebrali traumatiche sono causate da incidenti automobilistici. Le persone che subiscono lesioni cerebrali ripetute, come gli atleti e chi è impegnato in operazioni di combattimento, sono egualmente a maggiore rischio di sviluppare demenza e compromissione.
Supporto e trattamento del morbo di Alzheimer
Anche se, attualmente, non esistono trattamenti disponibili per rallentare o fermare il danno cerebrale causato dal morbo di Alzheimer, alcuni farmaci possono aiutare, temporaneamente, a migliorare i sintomi della demenza per alcune persone. Questi farmaci funzionano aumentando i neurotrasmettitori nel cervello.
Fatti relativi al morbo di Alzheimer
Più di un milione di italiani soffrono di demenza. Si stima che entro il 2020, 584.000 nuovi casi di demenza saranno diagnosticati nel Paese.
I ricercatori continuano a perseguire modi per trattare meglio il morbo di Alzheimer e le altre demenze progressive. Attualmente, sono in corso decine di terapie e trattamenti farmacologici che cercano di fermare la morte delle cellule cerebrali associate con il morbo di Alzheimer.
Inoltre, sono in atto sistemi di supporto e vengono attuati interventi comportamentali non farmacologici in grado di migliorare la qualità della vita delle persone affette da demenza, nonché delle persone che le assistono e delle loro famiglie. Citiamo tra l’altro:
- trattamento di condizioni mediche coesistenti
- Il coordinamento dell’assistenza tra gli operatori sanitari
- La partecipazione ad attività in grado di migliorare l’umore
- Interventi comportamentali (per essere di aiuto in presenza di cambiamenti comuni, quali ad esempio l’aggressività, problemi di sonno e agitazione)
- Educazione con riferimento alla malattia
- Costruzione di un team di assistenza per il supporto
Assistenza
Fornire assistenza a una persona che soffre di morbo di Alzheimer o di un’altra demenza può essere gratificante e stimolante. Nelle fasi iniziali della demenza, un individuo può rimanere indipendente e richiedere pochissima assistenza. Tuttavia, quando la malattia progredisce, i bisogni di assistenza si intensificano, portando infine a una necessità di assistenza 24 ore su 24.