L’emergenza da Covid 19 ha sottoposto tutte le strutture assistenziali ad uno stress improvviso e non ponderabile. Per evitare che il virus entrasse nei locali della Fondazione Santa Maria Goretti e colpisse i soggetti più deboli della nostra società, è stato necessario operare con la massima cautela e mettere in campo ogni energia ed ogni strategia possibile. Un obiettivo a dir poco vitale che ad oggi siamo riusciti a raggiungere, registrando nessun caso di Covid nella nostra Residenza Protetta per Anziani ed avendo portato a termine la vaccinazione di tutti gli ospiti e tutto il personale nel più breve tempo possibile. Non è stato facile ed ha richiesto un’attenzione ed una cura estrema da parte degli operatori tutti ed una scelta difficile, quale quella di anticipare l’interruzione temporanea delle visite dei familiari agli ospiti, che per un certo periodo, nel momento più rischioso della pandemia, hanno potuto comunicare con l’esterno solo in via telematica. È stato un impegno gravoso per tutti gli ospiti e per gli operatori, a cui va il nostro sentito ringraziamento per l’encomiabile professionalità messa in campo e per la immancabile premura nei confronti degli ospiti, e parenti tutti.
Già prima dell’emergenza Covid, la Fondazione aveva deciso autonomamente di aumentare i minutaggi di assistenza oltre quanto stabilito dalla legge, e inserito anche il turno infermieristico notturno, in modo da avere una copertura h24, proprio in considerazione delle condizioni di salute sempre più precarie degli ospiti e degli aumentati bisogni assistenziali.
Nel corso dei mesi, pur essendovi stato un forte turnover di infermieri, si è sempre riusciti a garantire l’assistenza infermieristica necessaria fino ad arrivare al periodo più critico della pandemia. Da fine marzo 2021, infatti, la Residenza Protetta di Corinaldo ha subìto una grave riduzione del personale infermieristico, dovuta principalmente alla notevole e inedita domanda di infermieri del Sistema Sanitario Nazionale e quindi alle conseguenti procedure di assunzione nella sanità pubblica.
Fin dal manifestarsi di questa grave situazione, assieme ad altre realtà del territorio, la Fondazione ha rivolto un appello alle istituzioni per denunciare i rischi della carenza di infermieri (nota da tempo ma oramai a livelli critici), sollecitando con la massima urgenza un intervento per tutelare gli organici infermieristici delle nostre strutture, come pure l’avvio rapido di percorsi di formazione per figure specializzate.
Un appello che nel concreto ha visto la Fondazione sollecitare contestualmente anche la cooperativa assegnataria dei servizi assistenziali e responsabile del personale, che non è riuscita in alcun modo a reperire infermieri su tutto il territorio nazionale.
Ciononostante, per fronteggiare la crisi la Fondazione ha attinto alle proprie disponibilità economiche per offrire un significativo contributo economico al personale infermieristico da marzo a fine dicembre 2020, poi ripristinato nuovamente da inizio marzo 2021.
Tali misure non sono state comunque sufficienti ad arrestare quello che è stato un vero e proprio “esodo” verso il Sistema Sanitario Nazionale o altre situazioni delle diverse figure infermieristiche le quali hanno legittimamente scelto di cogliere opportunità diverse.
È stato quindi necessario bloccare i nuovi ingressi in Residenza Protetta ed è stato attivato ogni percorso possibile per risolvere l’emergenza con contatti costanti con il Comune, la Cooperativa, l’Asur, ATS e altre Fondazioni per riuscire a ripristinare il personale infermieristico quanto prima. Grazie anche alla disponibilità dimostrata dell’infermiere Responsabile di Struttura, la quale ha si è adoperata per entrare in turno, si è riusciti a tamponare parte della criticità.
Grazie alla continua sinergia con le diverse Istituzioni coinvolte, allo stato attuale sono state avviate delle collaborazioni con altre Fondazioni ed Asur che permetteranno alla Residenza Protetta di garantire i minutaggi di assistenza previsti per legge fino alla risoluzione della criticità e all’individuazione di nuovi infermieri da assumere in pianta stabile.
Questo comunicato si è quindi reso necessario anche per smentire voci ed illazioni infondate che hanno creato allarme fra i parenti degli ospiti e gli operatori stessi. La Fondazione ha sempre lavorato per evitare soluzione drastica (ossia il trasferimento degli ospiti presso altre strutture, paventato da alcune istituzioni) ed ha sempre informato i familiari della situazione e dei possibili sviluppi.